In questo articolo del blog mi piacerebbe fare un po’ più di chiarezza sul metallo che tratto dando un po’ di nozioni fondamentali che possono risultare utili per capire un po’ meglio questo materiale.
INFORMAZIONI DI BASE
L’oro è un elemento chimico il cui simbolo è ‘Au’, dal nome latino ‘Aurum’.
Si tratta di un metallo prezioso e morbido che -allo stato grezzo- si presenta con un intenso colore giallo.
La sua ‘purezza’ si misura in carati.
Un numero di carati equivale a una parte d’oro su un totale di 24 parti di metallo costituente l'intero (nel caso di "oro puro" parleremo di 24 carati).
La parola deriva dall'arabo ‘qirat’, che significa ‘ventiquattresima parte’;
a sua volta derivante dal greco ‘keràtion’, ovvero i semi del frutto dell’albero del ‘carrubo’ (chiamati ‘carruba’), i quali -si credeva in antichità- avessero una massa eccezionalmente uniforme (pari circa a 1/5 di grammo).
Il seme del carrubo (detto, appunto, ‘carato’) veniva perciò preso come
‘massa comparativa’.
Che i semi del carrubo abbiano tutti una massa identica tra loro
-seppur essa sia molto uniforme- è una credenza appartenente al passato,
ma si usa ancora il termine.
In questo video tratto meglio l'argomento: https://www.youtube.com/watch?v=ggeNTKVrt-k
CARATTERISTICHE PRINCIPALI
L’ oro è inalterabile all'aria e alla maggior parte degli agenti chimici e può essere lavorato e modellato con facilità.
E’ un ottimo conduttore di calore ed elettricità, oltre che un eccellente riflettore della luce.
DOVE SI TROVA
L’ oro si trova principalmente allo stato nativo o legato ad altri metalli.
Può essere trovato come ‘oro di miniera’, incrostato o disperso in filoni di ‘rocce ignee’ (costituite perciò di roccia fusa insieme ad altri componenti solidificati),
o come ‘oro di bacino’ o ‘oro alluvionale’,
sotto forma di granelli sciolti, squame o pepite,
tra le acque trasportate dai fiumi che erodono le rocce aurifere.
I cristalli ben formati sono molto rari e si trovano solamente nella roccia madre.
L’ oro si può presentare anche come raggruppamento di cristalli minuscoli che acquisiscono la forma dei rami di un albero
(chiamata ‘forma dendritica’ -dal greco ‘dendron’, albero).
Le pepite sono particelle di grandezza variabile e dalla forma irregolare.
Le squame e i granelli sono piccoli frammenti d’oro che sono stati rilasciati dalla roccia madre e trascinati dalle correnti.
DISTRIBUZIONE E GIACIMENTI
L’ oro è relativamente abbondante in tutto il pianeta.
Il Sudafrica è il primo produttore di oro nel mondo.
Dalle miniere di Witwatersrand si estrae 1/3 dell’oro mondiale.
Giacimenti importanti sono localizzati nella conca del fiume Porcupine in Nord America,
in Australia, in Canada e in Russia.
Ogni paese poi fonde e rimette in commercio sotto varie forme l'oro che possiede, tramite il settore orafo.
Infatti fa proprio parte del mio lavoro, te lo spiego meglio qui:
CENNI STORICI
L’ oro è molto apprezzato sin dall'antichità e dai primi popoli che abitarono questo pianeta: da sempre viene usato per la manifattura di ornamenti, gioielli e rituali.
Agli inizi della storia dell’ umanità, soltanto i re e gli dèi potevano possedere l'oro.
I sovrani delle ‘culture adoratrici del sole’ (come quella egizia o quella inca) lo usavano per rappresentare questa divinità e per creare gioielli da indossare.
Già l’Egitto e la Nubia (regno antico comprendente gli odierni Egitto meridionale e la parte settentrionale del Sudan) avevano risorse tali da collocarli tra i produttori d’oro
più importanti tra le civiltà della storia antica.
L’oro -specialmente nel periodo di formazione dello stato egizio- ebbe sia
un ruolo politico che economico: fu uno degli elementi all'origine della divinizzazione del faraone e della nascita delle città. Di fatto, oltre a produrre fini lamine d'oro mediante il martellamento, gli egizi realizzarono meravigliose maschere funerarie delle quali possediamo ancora numerosi esemplari.
L'oro è stato a lungo considerato uno dei metalli più preziosi:
la scoperta di grandi quantità d'oro nel XIX secolo negli Stati Uniti e in Australia, introdusse nel mercato una tale quantità di questo metallo che i paesi decisero di usarlo come valore della valuta (sistema denominato ‘Gold Standard’, abolito e sostituito dal 1944).
La moneta apparve quando gli scambi divennero impossibili a causa dell’elevata quantità di prodotti disponibili, così fu necessario cercare qualcosa che fosse di valore e universalmente accettato.
Con la ‘rivoluzione metallurgica’ (la scoperta del modo con cui lavorare i metalli,
la quale ha origini nella storia antica e prosegue nell'arco degli anni procedendo con le innovazioni tecnologiche) i metalli -soprattutto l'oro- furono considerati la mercanzia perfetta per realizzare le transazioni.
Il metallo si misurava a seconda del peso e -poiché non era facile da controllare-
si incideva un segno sopra i lingotti o i pezzi del metallo al fine di garantirli.
Si pensa che le prime monete emesse da uno stato vennero coniate dal re Creso, sovrano della Lidia (attuale Turchia), nell'Asia Minore occidentale, dal 560 al 546 a.C., costituite da una lega d'oro e d'argento chiamata ‘elettro’;
e ancora in Persia con l'imperatore Dario che produsse il 'Darico';
fino ad arrivare ad Alessandro Magno con lo ‘Statere’.
Proseguendo il corso del tempo, nel 300 l’imperatore romano Diocleziano impartì l’ordine di bruciare gli scritti degli antichi egizi che descrivevano il modo di fabbricare oro e argento.
Questo accadimento dà un’idea dell’antichità dell’alchimia, un insieme di conoscenze naturalistiche e filosofiche (antenate della scienza moderna) che nell'immaginario popolare rappresentano la ricerca del modo di trasformare il piombo o altri metalli
in oro puro;
anche se alcuni studi ritengono che fossero più un metodo segreto e codificato di formule (in modo da sfuggire all'Inquisizione dell’epoca) per trasformare la materia grezza, la stupidità e l’incapacità (rappresentate da un metallo di poco valore come il piombo) in conoscenza, abilità e spiritualità (rappresentate da un metallo nobile come
l’ oro). Gli alchimisti vissero in ogni paese e in ogni epoca e uno dei più famosi tra essi, Teofrasto Paracelsio (1493-1541), fu il primo a utilizzare composti chimici e minerali in medicina.
Molto tempo dopo, l’esplorazione europea delle Americhe (a partire dal 1492)
fu incentivata dai resoconti dei primi esploratori che narravano della gran quantità di monili d’oro indossati dalle popolazioni native, soprattutto in America Centrale, Perù e Colombia.
Esempi di oggetti ornamentali provenienti da civiltà precolombiane
Risalendo il corso del tempo -1849- nel ranch del generale John Sutter, in California,
i sorveglianti della proprietà scoprirono delle pepite d’oro.
Il generale provò ad occultare il ritrovamento per evitare quello che poi, alla fine, accadde: migliaia di persone abbandonarono i propri lavori e le proprie famiglie per cominciare ad attraversare la regione alla ricerca dell’ oro.
Sebbene molti fecero fortuna, la maggior parte di essi continuarono ad essere poveri: era il tempo dell’ avventura della ‘grande frontiera’ alla ricerca di fortuna per migliorare le proprie condizioni di vita.
Infatti nel XIX secolo esplosero tante ‘corse all'oro’ (cioè periodi di febbrile migrazione di lavoratori in aree nelle quali si verificò la scoperta di notevoli quantità d’oro sfruttabili commercialmente) quanti furono i bacini auriferi scoperti,
in particolare: California, Colorado, Otago centrale, Australia, Witwatersrand, Black Hills e Klondike.
Anche in varie correnti filosofiche e religiose l’oro acquista un significato.
Secondo il ‘Vangelo secondo Matteo', l'oro fu uno dei doni portati dai Magi
al ‘Bambino Gesù’: per la cristianità l'oro simboleggia la regalità di Gesù.
Nel Buddismo viene equiparato alla fede e alla ‘retta convinzione’ (uno dei suoi principi).
E la ‘magia dell’ oro’ risiede ancora in molti miti e leggende (basti pensare a ‘Re Mida’
o a ‘El Dorado’),
nelle ricche tombe egizie riportate alla luce,
negli scrigni dei tesori dei pirati e nei galeoni affondati in fondo al mare con preziosi carichi di monete.
Grazie al suo valore e alla sua resistenza alla corrosione, gran parte dell’ oro estratto nel corso della storia è tuttora in circolazione, in qualche forma.
ORO OGGI: METALLO PREZIOSO E USI
L’oro, per le sue rarità, lucentezza e inalterabilità, è adorato sin dall'alba dei tempi,
e per il suo colore è associato al sole.
I popoli più antichi lo avevano identificato con lealtà, purezza, valore, coraggio individuale, forza e potere.
Per altro, oltre agli usi tradizionali, come in gioielleria e per la coniazione di monete, occupa anche un posto importante nell’industria elettronica, spaziale, degli armamenti, medica e del vetro.
L’oro puro (24 carati o 999,9) si trova solo sotto forma di lingotti, lastre, lamine e fili
(il prezzo dell'oro puro è quotato in borsa, e se vuoi sapere come funziona guarda questo video: https://www.youtube.com/watch?v=x7PBy699SmA ).
E' molto morbido e poco resistente, e proprio per queste ragioni viene mescolato con altri metalli per indurirlo e poterlo lavorare meglio creando i gioielli.
In questo modo si ottiene una bellissima gamma di tonalità:
Di solito la caratura dei gioielli italiani è di 750 carati su 1000 o 18 carati su 24 (dipende che intero si prende), ma esistono altre leghe di diverse carature:
Come si può intuire ne esistono altre, infatti ci possono essere gioielli rispettivamente di 585, 400 e 375 carati e così via.
Tutto dipende con che quantità di oro si decide di lavorare, e ne conseguirà anche un valore più o meno alto del prezioso in questione.
Approfondisco l'argomento in questo video: https://www.youtube.com/watch?v=ggeNTKVrt-k
IL “LATO OSCURO” DELL’ ORO
L’oro purtroppo ha anche un ‘lato oscuro’...
Malauguratamente lo sfruttamento delle enormi ricchezze del bacino dell'Amazzonia (iniziato nel XVIII secolo) non si è ancora arrestato.
E’ il caso dei ‘garimpeiros’ (voce portoghese indicante i cercatori d’oro e di diamanti) affluiti in massa nell’Amazzonia a partire dal 1979 quando venne scoperto un ricco giacimento a Serra Pelada. Circa un milione di diseredati sogna la ricchezza lavorando fino allo sfinimento nelle miniere ma è condannata ad una vita di stenti e di miseria.
Si calcola che solo un terzo dell’oro e dei diamanti estratto passi attraverso i canali ufficiali, la restante parte entra nel mercato nero collegato al narcotraffico che controlla i giacimenti posti al confine con la Bolivia e la Colombia.
Chi gestisce il contrabbando dell’oro controlla anche la vita dei garimpeiros i quali si adattano al regime di illegalità e violenza che domina nelle zone minerarie e a loro volta commettono soprusi e violenze sulle popolazioni locali.
Edoardo Galeano (un giornalista, scrittore e saggista uruguaiano) disse che la grande sfortuna del Brasile è stata quella di essere troppo ricco di materie prime (oro, diamanti, carbone, caucciù e cacao): un’inesorabile condanna per i brasiliani.
Purtroppo questo sistema vede passare grandi ricchezze attraverso le mani dei brasiliani per finire nelle tasche delle potenze straniere.
Si consiglia perciò di verificare la provenienza dei metalli e delle pietre preziose al momento dell’acquisto, quando possibile, in modo da non appoggiare inconsapevolmente gli introiti di aziende e multinazionali legate al mantenimento della criminalità, traffici illegali, zone di guerra e sfruttamento di popolazioni in povertà.
Nel mio piccolo, non accetterò mai di acquistare grosse quantità d'oro provenienti dall'estero (in particolare dall'Africa, visto e considerato che troppo spesso questo tipo di oro è macchiato di sangue a causa di guerre e rivolte civili,
ed è estratto con metodi di sfruttamento illegali a enorme danno del territorio e delle popolazioni locali).
CURIOSITA’
Concludendo, l’oro è anche fonte di record e di notizie.
Alcuni storici pensano ad esempio che la leggenda di Re Mida nacque dal re Cresio,
che col suo sigillo validava la moneta rendendola ‘legale’ nella valuta dell’epoca
(da cui il ‘tocco’ che tramutava tutto in oro di Mida).
Per finire in bellezza, qui si possono ammirare alcune foto delle pepite più grandi del mondo:
La più grande pepita d'oro mai trovata fu la ‘Welcome Stranger’,
rinvenuta nel 1869 a Moliagul (Victoria, Australia) da John Deason e Richard Oates.
Pesava al lordo più di 78,38 kg e restituì un netto di 71,04 kg.
La più grande pepita ancora integra, con un peso di 60,82 kg, è la pepita ‘Canaã’, scoperta in Brasile il 13 settembre 1983 da Julio de Deus Filho nel Garimpo da Malvina, nella Serra Pelada.
Attualmente è conservata presso il ‘Museo dei valori del Banco Central do Brasil’,
a Brasilia, che la acquistò il 20 dicembre 1984.
Giungendo al termine, la più grande pepita visibile al pubblico è la ‘Hand of Faith’. Trovata nel 1980 grazie ad un metal detector da Kevin Hillier nei pressi di Wedderburn
in Australia,
pesa 27 kg ed è esposta nell'hotel ‘The Nugget’ (appunto tradotto in "La Pepita")
Eccoci giunti alla fine.
Queste erano informazioni per lo più “accademiche” e “curiosità”.
Ti ringrazio per aver letto fin qui, e ci sentiamo nel prossimo articolo! 😊🖐
Continua a seguirmi su questo blog e i suoi miei altri social!
A presto!
Nicola Passarini
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